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Sindrome del Cuore Destro Ipoplasico (HRHS)

La Sindrome del Cuore Destro Ipoplasico (HRHS - Hypoplastic Right Heart Syndrome) è una rara cardiopatia congenita caratterizzata da uno sviluppo insufficiente delle strutture del cuore destro, tra cui il ventricolo destro, la valvola tricuspide e l'arteria polmonare. Questa anomalia determina un flusso sanguigno polmonare ridotto, con conseguente ipossiemia neonatale. Senza un trattamento immediato, la sopravvivenza è compromessa.
L’HRHS è meno frequente rispetto alla sindrome del cuore sinistro ipoplasico, rappresentando circa l'1% delle cardiopatie congenite. Può presentarsi come anomalia isolata o in associazione ad altre malformazioni, tra cui: anomalie del ritorno venoso polmonare, difetti del setto atriale, alterazioni delle connessioni vascolari polmonari

Anatomia e Fisiopatologia

L’HRHS è caratterizzata da un’ipoplasia del ventricolo destro, che risulta incapace di garantire una corretta perfusione polmonare. Le principali anomalie anatomiche includono: Queste anomalie determinano un quadro di ipossiemia progressiva, con conseguente acidosi metabolica e insufficienza multiorgano se non trattata tempestivamente.

Segni e Sintomi

I neonati con HRHS sviluppano sintomi precoci, aggravati dalla chiusura spontanea del dotto arterioso dopo la nascita. Il quadro clinico comprende:

Diagnosi

L’HRHS può essere identificata in epoca prenatale mediante ecocardiografia fetale, che evidenzia un ventricolo destro ipoplasico e anomalie delle valvole cardiache. Dopo la nascita, la conferma diagnostica avviene con:

Trattamento

Il trattamento iniziale è farmacologico e prevede la somministrazione di prostaglandine (PGE1) per mantenere aperto il dotto arterioso, garantendo un minimo flusso polmonare. Nei casi più gravi, può essere necessaria la ventilazione meccanica per supportare l’ossigenazione. L’approccio chirurgico avviene in più fasi per garantire una distribuzione ottimale del flusso ematico: Nei casi più complessi, se non vi sono alternative chirurgiche praticabili, può essere considerato il trapianto cardiaco.

Prognosi

Senza trattamento, la sopravvivenza è estremamente ridotta, con elevata mortalità nei primi giorni di vita. L’approccio chirurgico ha migliorato significativamente la prognosi, permettendo una sopravvivenza a lungo termine accettabile. Tuttavia, molti pazienti necessitano di monitoraggio continuo e possibili interventi correttivi in età adulta. Le principali complicanze a lungo termine includono:
    Bibliografia
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